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L'ARTE DEL DECISION MAKING

Aggiornamento: 1 dic 2020

L’ARTE DI PRENDERE LA GIUSTA DECISIONE


  • Studiare storia delle religioni o fisica quantistica? 

  • Vivere per lavorare o lavorare per vivere? 

  • Prediligere la stabilità o lanciarsi sulla strada dell’imprenditoria? 

  • Tergiversare o accettare un trasferimento all’estero?

  • Darsi da fare per ottenere la promozione tanto ambita o candidarsi per un’altra posizione? 

  • Mettersi in società con l’amico di sempre o continuare a contare solo su sé stessi e sulle proprie risorse?

Sapevate che il punto in cui ci troviamo, in ambito privato così come sul piano professionale, è strettamente connesso alle decisioni che abbiamo preso nel corso della nostra vita?

Può sembrare paradossale, ma scegliere tempestivamente ed efficacemente si sta rivelando un’impresa sempre più complessa. Forse, perché – per quanto apparentemente grande o infinitamente piccola possa sembrare – ogni decisione ci pone faccia a faccia con numerosi dubbi ed incertezze. Ma, soprattutto, con lo spettro del fallimento.


La ragione per LA quale è difficile prendere una decisione


Esattamente come nel film “Sliding Doors”, ogni scelta ci apre delle porte, ma ce ne chiude inevitabilmente in faccia delle altre, rimuovendo le opzioni che il percorso respinto avrebbe prodotto.  Questa è la ragione principale per cui, spesso, i nostri processi decisionali tendono ad incepparsi: nel momento in cui dobbiamo districarci tra più alternative, ci sale l’ansia di non poter più cliccare sul tasto “rewind”. Invece di focalizzarci sugli spunti positivi che una data situazione potrebbe avere in serbo per noi, ci fossilizziamo sulle conseguenze legate alla rinuncia. Da qui: scelte sbagliate, scelte affrettate, scelte rimandate e – last, but not least – il peggio del peggio: le cosiddette “non scelte”.

Tutte condizioni decisamente poco auspicabili che, se nella vita privata ci spingono ad accontentarci di un’esistenza fiacca e nebulosa, spesso al di sotto delle nostre possibilità, in ambito aziendale possono rivelarsi letali anche sul fronte economico, coinvolgendo terze persone.

Ma come optare per l’alternativa migliore? Come imparare a decidere?

È evidente che non esistono regole prodotte in serie, applicabili indistintamente a tutti. Possiamo, però, imparare a conoscere le dinamiche psicologiche che sottostanno ai processi decisionali e sfruttarle a nostro favore per acquisire consapevolezza in noi stessi. Ma, soprattutto, possiamo utilizzarle per individuare le scelte maggiormente in linea con i nostri valori e con la nostra essenza. Un’arte, quest’ultima, riconducibile a 3 mantra che facciamo il possibile per divulgare nei nostri corsi di decision making:

1) La capacità di decidere è un’azione che presuppone l’assunzione proattiva di responsabilità. In quest’ottica, occorre guardarsi dentro, avere il coraggio di rinunciare alle alternative e accettare serenamente il fatto che ogni scelta rappresenta una conquista e una rinuncia allo stesso tempo.

2) Decidere di non decidere ci colloca in uno stato di immobilità permanente, spingendoci a rimuginare sui nostri pensieri senza muovere un passo sulla via della concretezza. Crogiolarsi nel dubbio, nove volte su dieci, si traduce in un tempo di stallo maggiore e in una perdita di occasioni sfumate. Compiendo una scelta, vada come vada, si acquisiscono nuove informazioni che andranno coltivate nell’ottica di conseguire i risultati prefissati.

3) Istinto e razionalità non rappresentano una spada di Damocle, ma un valore aggiunto: due facce del nostro modo di essere. L’istinto ci indica la meta, la razionalità la strada per raggiungerla: un connubio vincente per guidarci a sintonizzarci su nostri bisogni e per metterci nella condizione di “deciderci a decidere”!




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