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LEADERSHIP FANTASMA

Aggiornamento: 1 dic 2020

Avete mai sentito parlare della LEADERSHIP FANTASMA?



Si tratta di una condizione spesso associata ai cosiddetti "capi istituzionali". Per intenderci, coloro che non brillano per la conoscenza dei compiti che assegnano quotidianamente ai loro impiegati. Ma non è tutto. Pare che, in virtù della loro latitanza, siano soliti "concedere" ampie deleghe e altrettanto vasti margini d'azione. La ciliegina sulla torta? Sembra non siano nemmeno dei Premi Oscar in ambito HR, tant'è che i membri dei loro team sostengono di sentirsi spesso degli orfanelli. Identificarli è semplice. Alla classica domanda, volta a chiarire le loro responsabilità primarie, rispondono quasi infastiditi con la stessa prevedibile esclamazione: “Io sono il capo!”. Nel mentre, la loro comunicazione non verbale tradisce una smorfia in stile Luigi XIV, quando affermava: “L’état c’est moi!”. È interessante (tragicomico?) notare che lo stesso quesito, posto ai suoi collaboratori, ottiene immancabilmente la seguente risposta: “Il mio capo? È quello che deve mettere la firma su tutto! Peccato che, spesso, non sappia nemmeno cosa sta firmando!”.

Nella speranza che questo stile di leadership sia sulla via dell'estinzione, un "merito" ce l'ha: mi ha appena ricordato la STORIA DEI 5 CANNIBALI.

Se siete in vena di sdrammatizzare, non lasciatevi sfuggire l'occasione di leggerla e - perché no - di condividerla!


LA STORIA DEI 5 CANNIBALI



Cinque cannibali vennero assunti in un’azienda composta prevalentemente da capi istituzionali.

Durante la presentazione, il direttore si profuse in una miriade di raccomandazioni: “Sono certo che abbiate abbandonato le vostre vecchie abitudini alimentari! L'azienda ha un'ottima mensa che spero gradirete!”.

I cannibali confermarono di essersi allineati alla cultura occidentale e si dichiararono motivati da una brillante carriera professionale.

Un mese dopo i cinque vennero nuovamente convocati dal direttore: “State lavorando bene e sono molto soddisfatto di voi. Però abbiamo un grosso problema. È scomparsa una delle ragazze delle pulizie. Ne sapete niente?”.

I cannibali si dichiararono del tutto estranei alla vicenda e negarono con enfasi qualsiasi responsabilità, ma appena il direttore lasciò la stanza, il coordinatore del gruppo dei cannibali sibilò a denti stretti: “Allora, chi di voi idioti ha mangiato la ragazza?”.

Gli altri quattro si scrutarono in silenzio, finché uno di loro alzò timidamente la mano con aria colpevole.

Il cannibale coordinatore sbottò: “Imbecille! Per quattro settimane abbiamo mangiato solo dirigenti per fare in modo che nessuno si accorgesse di nulla… Ci voleva un cretino come te per rovinare tutto!”.

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