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FORMAZIONE MANAGERIALE: TRAPPOLE VS SFIDE

Aggiornamento: 11 dic 2020



Con la definizione “formazione manageriale” ci si riferisce a un “insieme di attività volte allo sviluppo di abilità comportamentali sinergiche, utili soprattutto alle figure professionali che rivestono un ruolo di conduzione”.

Si spazia da competenze tecniche – quali diritto, economia, contabilità, organizzazione, gestione d’impresa, del rischio, di flussi e di progetti – alle famigerate soft skills che contemplano un reticolo di abilità estremamente variegate, quali l’acquisizione di una solida autostima, lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, la gestione dello stress, l’attitudine alla leadership, alle pubbliche relazioni, alla negoziazione, all’ascolto, alla presa di decisioni e – non da ultimo – allo smart working.

Tutti ambiti in cui la comunicazione gioca un ruolo determinante, nel senso che - se sfruttata consapevolmente – ha il potere di generare un effetto domino dai risvolti sorprendenti. Risvolti evidenziati da un numero sempre più crescente di ricerche che mettono l’accento su tratto distintivo che accomuna le vision di molte realtà aziendali: uno stile di conduzione vincente sul piano relazionale genera un clima positivo ed esercita un impatto diretto sulla performance dell’intera organizzazione.

Un letimotiv ormai sdoganato, ma non privo di zone d’ombra! Perché se, da un lato, gli executive dell’era moderna hanno smesso di fare “orecchie da mercante” di fronte ai molteplici valori aggiunti connessi alla sfera comunicativa, dall’altro, i consulenti nella formazione aziendale si ritrovano spesso spiazzati, quando sono alle prese con la progettazione di un nuovo training. I più navigati sanno che, creare le condizioni ottimali per trasmettere delle abilità in larga parte innate, nasconde molto più di un semplice inghippo e che le insidie disseminate lungo il cammino dello sviluppo del personale non si contano.

Passiamo, quindi, in rassegna la PRIMA TRAPPOLA e la PRIMA SFIDA con cui sono confrontati tutti i professionisti che strutturano percorsi di leadership destinati ai manager: DEFINIRE OBIETTIVI POCO CHIARI.



La trappola?

Limitarsi a dichiarare in termini generici l’obiettivo del corso di management senza andare nello specifico, né accordarsi sui passi determinanti al taglio del traguardo.

Es: “Guidare i partecipanti a relazionarsi assertivamente con gli altri”.

Un errore tipico di chi lavora nella consulenza manageriale e che, spesso, deriva da una serie di incomprensioni che intercorrono silenziosamente tra formatore e mandante che, nella maggior parte dei casi, coincide con il responsabile delle risorse umane. Queste due figure – sulla scia della loro expertise e delle loro esperienze pregresse – a volte tendono a dare involontariamente per scontati alcuni elementi che, in realtà, sono fondamentali per la progettazione del percorso formativo. Morale della favola? Entrambi si ritrovano a navigare in un mare di sottintesi, erroneamente convinti che la loro visione coincida con quella dell’interlocutore. Il risveglio avviene al più tardi al termine dell’esperienza formativa. La doccia fredda è assicurata.


La sfida?

Aiutare il mandante a verbalizzare le sue percezioni:

- Cosa intende per “assertività? Gli iscritti al training aziendale faticano a esprimere le loro opinioni oppure tendono a prevaricare gli altri?

- Chi sono le persone con cui è importante che i partecipanti al training aziendale si interfaccino assertivamente? Clienti? Fornitori? Membri del team? Altri?

- Chi prenderà parte al training aziendale? Solo chi riveste un ruolo di conduzione o anche chi, attualmente, si sta preparando per andare a ricoprire questa posizione?

Le risposte a queste (ed altre) domande aiuteranno il formatore a focalizzarsi sulle aree di sviluppo degli executive e, di riflesso, a capire quali teorie/tecniche/insegnamenti estrarre dal cilindro per guidarli a “relazionarsi assertivamente con gli altri”. Tutto questo, dando voce ai “non detti” e riducendo quindi il rischio di fraintendimenti.

Nel prossimo articolo passeremo in rassegna la SECONDA TRAPPOLA e la SECONDA SFIDA con cui sono confrontati tutti i professionisti che strutturano percorsi di leadership destinati ai manager. Siete curiosi di saperne di più? Restate sintonizzati!


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