“Buonasera Luca. Mi rallegro di poter discutere in sua presenza di una questione per certi versi controversa e, per altri, obsoleta, ma indubbiamente fonte di notevoli spunti di riflessione e di analisi. Com’è stato appurato e come lei certamente già saprà, lo scorso anno si sono sovente verificate delle complicazioni in relazione all’organizzazione di determinate pratiche tutt’ora in essere. Difficoltà che hanno danneggiato l’immagine della struttura, in quanto l’incapacità di gestire le tempistiche in modo consapevole, coscienzioso e corretto, nonché la negligenza e la noncuranza dimostrate in tal senso non ci hanno favoriti in alcun modo nel contesto specifico di riferimento. Per tutti questi motivi ed inseguito ad una miriade di accertamenti di varia natura, si è pertanto deciso di rescindere la regolamentazione attualmente in vigore e di avvallarne un’altra maggiormente restrittiva, tenuto conto della realtà settoriale in questione, degli attori in gioco e delle dinamiche vigenti.”
Leggendo questo trafiletto, proclamato dal responsabile del personale di un noto istituto di credito, a più di una persona sarà venuta la pelle d’oca, soprattutto a coloro che godono del “privilegio” di interagire quotidianamente con superiori votati al linguaggio dannunziano.
Purtroppo, numerosi studi sociologici hanno dimostrato che i soggetti che si esprimono in modo incomprensibile sono considerati più intelligenti, soprattutto quando si tratta di individui rinomati per la loro competenza. Il problema è che queste persone, a volte, usano un linguaggio contorto per mascherare idee totalmente prive di fondamento. Quindi attenzione: quando qualcuno vi sembra così intellettualmente all’avanguardia che non riuscite a captare una sola parola di quello che dice, è probabile che abbiate a che fare con un venditore di fumo, consapevole che – ricorrendo al terrorismo metaforico – avrà maggiori possibilità di nascondere la sua inesperienza.
Per concretizzare questi insegnamenti in azioni direttamente spendibili sul mercato del lavoro, i team leader dell’era moderna dovrebbero fare il possibile per attenersi al monito espresso da Robert Sutton nel suo provocatorio “Il nuovo metodo anti-stronzi” (Elliot, 2010): “Non ti viene chiesto di dialogare come Platone, di descrivere come Proust, o di raccontare come Eco. Ti viene chiesto di esprimere le tue idee in maniera comprensibile.”Una citazione che affonda le sue radici nella filosofia del KISS[1]e che spinge a fungere da “guardiani della semplicità” per tradurre le proprie visioni in realtà.
A titolo dimostrativo, una delle semplificazioni più vistose fu attuata da Steve Jobs, nel luglio del 1997. All’epoca, il fondatore della Apple chiese ai suoi colleghi di spiegargli le differenze tra quattro computer. Scoprì che le stesse erano incomprensibili e che nemmeno i collaboratori più preparati erano in grado di venirne a capo. Gli bastarono pochi giorni per rendersi conto che la vecchia linea strategica generava confusione nei clienti, annientava gli sforzi del marketing e complicava la catena produttiva. Nel giro di un anno iniziò a vendere solo quattro computer (un laptop e un fisso per la linea business, un laptop e un fisso per la linea domestica). Fu così che l’azienda di Cupertino tornò in attivo e riacquistò il suo prestigio. Un aneddoto eclatante a testimonianza del fatto che: “Qualsiasi sciocco può fare qualcosa di complesso, ma ci vuole un genio per fare qualcosa di semplice”.

[1]Keep It Simple and Stupid.
Comments